3D Printing Solutions for Industry

OFFICINE PIKI accorcia le distanze tra l’additive metal e le aziende italiane

Lo sviluppo e la crescita di una tecnologia innovativa passa anche dalla capacità di diffondere una cultura nuova e libera da vincoli, legati ai metodi di produzione del passato. Questo non significa dimenticarsi da dove si viene ma bensì guardare a dove si può arrivare. Impostazione che permea in maniera totalizzante la realtà di Officine Piki.

Officine Piki è un’impresa alla costante ricerca di novità nell’ambito delle lavorazioni che ha individuato nella stampa 3D a metallo una strada verso il futuro delle imprese.

Officine Piki nasce nel 1979 come fabbrica addetta alla produzione di accessori nautici e di minuterie metalliche, per poi passare e specializzarsi nella lavorazione dell’acciaio inox in tutte le sue forme per settori come idraulico, alimentare e più in generale della componentistica. Quasi inevitabile perciò che un’azienda attenta all’evoluzione del proprio processo produttivo e con un crescente impegno in ricerca e sviluppo si imbattesse nell’additive manufacturing a metallo. Tutt’altro che scontata invece, la capacità di coglierne immediatamente le potenzialità e la decisione di investirci tempo e risorse.

“A partire dalla seconda metà del 2021 grazie alla consulenza e collaborazione di SolidManufacturing3D, abbiamo inserito in azienda il primo sistema di stampa 3D a metallo Shop System di Desktop Metal – racconta Davide Vitali, General Manager di Officine Piki – Una scelta che rappresenta per la nostra realtà un upgrade fondamentale. La nostra volontà è quella di cercare di diffondere una cultura legata al mondo della stampa 3D e di ampliare l’applicabilità dell’additive manufacturing in sempre più campi e settori. In Officine Piki siamo sicuri che questa sia l’unica strada per il futuro”.

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Il valore aggiunto della stampa 3D a metallo

L’innovazione e i nuovi modi di produrre devono però confrontarsi con una realtà industriale e manifatturiera che spesso ha regole e dinamiche poco flessibili. Per convincere sempre più aziende a sposare il progetto stampa 3D vanno perciò portati ad esempio casi concreti che permettano di comprendere le potenzialità rivoluzionarie dell’additive: “Scegliere con attenzione il prodotto o componente da riprogettare e stampare in 3D, ad esempio con la tecnologia Binder Jetting di Desktop Metal è fondamentale – prosegue Davide Vitali – Non è possibile pensare di passare da una tecnologia tradizionale all’additive senza aver chiaro quale possa essere il valore aggiunto dato dalla stampa 3D. In questo preciso momento il focus per noi di Officine Piki è quello di aiutare i nostri clienti a realizzare componenti anche molto complessi, fino a poco tempo fa impossibili da produrre”.

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Lavorazioni ridotte e costi finali abbattuti del 40%: come la stampa 3D ottimizza la produzione di componenti in metallo

Obiettivo raggiunto nel caso di uno speciale pezzo re-ingegnerizzato per il settore alimentare presentato a Mecspe 2022 in collaborazione con SolidManufacturing3D. “Si tratta di una valvola per impianti di distribuzione, brevettata da un nostro cliente, che realizzata completamente con tecnologie tradizionali avrebbe presentato una lavorabilità molto complessa. Come materiale è stato individuato l’acciaio 316L ideale per l’utilizzo in ambito alimentare. La scelta di produrlo in additive è dettata dalla volontà di abbattere i costi in funzione di una produzione commerciale tarata sulla effettiva necessità, evitando così  l’onere di attenersi a lotti di produzione minimi per ridurre il costo e generare scorte di magazzino “inutili”.  Dal processo additivo si ottiene un semilavorato che viene poi sottoposto ad alcune lavorazioni con CNC. Questo permette di ridurre notevolmente la quantità minima di materiale impiegato rispetto a partire dal pieno o da fusione”.

Stampare in additivo perciò non significa solamente passare da una tecnologia ad un’altra ma ripensare completamente un pezzo o componente in un’ottica di sostenibilità economica ed ambientale: “Grazie a una riprogettazione eseguita con SolidWorks e con il software Live Sinter di Desktop Metal che permette di intervenire sulla geometria, ottimizzandola in funzione della sinterizzazione in fornace, abbiamo rivisto tutta la valvola per la produzione in stampa 3D – conclude Davide Vitali – questa re-ingegnerizzazione ha permesso di ridurre del 40% il costo del componente finito. Con un ciclo di 4 giorni tra stampa e sinterizzazione si possono produrre fino a 10 kg di materiale, quantità che richiederebbe fino a 4 settimane con lavorazioni di tipo tradizionale a CNC”.

Un esempio concreto che rappresenta il giusto biglietto da visita, importante per far comprendere anche alle aziende restie al cambiamento quanto la stampa 3D a metallo possa essere non solo innovativa e sostenibile ma anche economicamente vantaggiosa.

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